Non è una provocazione, ma solo una richiesta di risposta alla domanda che conclude questo breve diario mattutino.
Ero, dopo quel buon veloce caffè, sul treno in uno scompartimento: un sdf (una persona senza domicilio fisso, ndr) con una borsaccia sdraiato su 4 sedili che da solo bastava a fare un vuoto innaturale in tutta la carrozza.
Tirando fuori (con sollievo!) i progetti ancora senza feed-back facevo il solito oroscopo quotidiano: amore: + partner blandamente tenera
soldi: +- accidenti devo versare le tasse per simone e l’inps per alina
salute: +++ i figli stanno bene e il sole che passa attraverso i finestrini sporchi del treno è un regalo.
Voglio finire i feed-back isolandomi dal contesto, in fondo a parte una marea di studenti dell’età di Isabel tutti gli altri parlano lingue incomprensibili: non mi distraggono. Tengo d’occhio solo il display per scendere a Valle Aurelia.
Mi sembra di aver fatto un sacco di lavoro quando il display mostra: prossima stazione GEMELLI. Ci siamo quasi. Riprendo il contatto con la realtà. Ascolto la voce che dice che siamo invece in arrivo a BALDUINA. Guardo fuori e vedo il cartello di ROMA S.PIETRO. Ho mancato Valle Aurelia. Perché tutto questo? E i poveri turisti come farebbero? Ecco perché mi sembrava di aver fatto tanto.
Arrivando a ROMA OSTIENSE la voce recita “The train is 14 minutes late.Trenitalia apologizes for the delay”. A OSTIENSE non c’è nessun tabellone che funziona, né sui binari né nei sotterranei. Non ci sono ferrovieri in giro. Non rimane che il cartaceo, non facile da trovare. Molti si spostano fra i quais seguendo riflessi ben consolidati, pochi come me vagano e qualche volta chiedono lumi a qualche straniero. Pochi si siedono sulle panchine. La pioggia notturna infatti filtra attraverso le pensiline in cemento massiccio e l’acqua, nonostante il bel sole, continua a gocciolare proprio sulle panchine e rari distratti viaggiatori vi si siedono.
Un senso di tranquillità mi proviene dall’operatore ecologico che con un bidone passa a recuperare i rifiuti dalle 3 buste diversamente colorate (plastica, alluminio e carta) che, a decine su tutti i quais, contrastano il grigiume della stazione. Lo guardo un po’ allibito mentre svuota il contenuto dei sacchi di diverso colore nello stesso bidone sulle ruote che si porta appresso. Quasi perdo anche il treno per FARA SABINA perché voglio essere sicuro che lo fa anche con gli altri contenitori più avanti. Sì, lo fa.
Dopo un po’ il treno arriva a TIBURTINA. “The train is 12 minutes late.Trenitalia apologizes for the delay”.
COS’E’ CHE NON VEDO?
L’invito a cena per sabato sera è valido anche se non rispondi.
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1 commento:
Eh già. I mezzi Italiani. Mica siete a Londra! : )
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